Sembrerebbe un caso, ma pare che tutti gli studenti passati dai licei classici e scientifici, o dalla facoltà universitaria di Lettere, negli ultimi decenni abbiano incontrato difficoltà con la lingua italiana. Sarà colpa dell’uomo sulla Luna, che passando avrà spedito grammatica ed ortografia su Marte, senza che queste potessero fare ritorno?
Anacoluti a gogò, difficoltà di coordinare le proposizioni (non che coi pensieri vada meglio, in effetti, ma almeno quelli non sempre sono scritti); sovrabbondanze di che, di punti esclamativi e sospensivi bilanciate da evidenti carenze di virgole, punti, punti e virgole che – memori della Malafemmina di Totò e Peppino – non ritroviamo neanche come bonus in fondo alla pagina.
Gli illetterati di cui sopra si sentono dèi di un presunto olimpo della conoscenza se possono vantare un titolo universitario – acquisito con poco impegno e con ancor meno passione – e in linea di massima una casta, un’elite, un circolo di eletti se hanno studiato nei licei prestigiosi, quelli con la elle maiuscola, quelli veri (Il liceo artistico? Il socio-psicopedagogico? Giammai! Quelli non sono veri licei!)
Game over
In Commenti on 29/05/2012 at 09:17Tutto ciò che è bello ed interessante ha un inizio ma anche una fine. Questa volta tocca a me scriverne una, in maniera lucida ma tutt’altro che indolore, ripercorrendo qualche tappa dei miei quindici anni di permanenza in Logopea. Ebbene sì, è giunto il momento di separarmi da quella che considero una figlia adottiva, a cui ho donato il mio tempo e le mie energie per plasmarla e trasformarla in una realtà vitale sul territorio irpino, raccogliendone i cocci dalla precedente e confusa gestione.
Detriti dovuti all’inesperienza associativa, al suo essere stata per tanti anni – come recita il timbro storico – un campo di azione culturale amatoriale, di aver funto da area parcheggio per gente che in passato – spesso ed egoisticamente – ha utilizzato l’associazione come trampolino di lancio professionale, come rifugio/scappatoia da famiglie assillanti, perfino come luogo per conoscere il/la proprio/a possibile partner (eh, quanti casi!), ma mai come mezzo di vera crescita personale.